La Necessità di Sviluppare Prodotti Innovativi: il caso della Passivazione senza Cobalto
Fin dall’alba del Regolamento REACH, risulta chiaro ed evidente l’obiettivo di controllare le sostanze chimiche immesse all’interno del mercato Europeo, e con il tempo e l’avanzamento tecnologico, sostituire progressivamente quelle sostanze che potrebbero causare danni alla salute umana e all’ambiente, tutelando nel frattempo sia gli utilizzatori finali che gli operatori che si occupano della gestione dei rifiuti.
Nell’ambito del Regolamento REACH, questo obiettivo viene perseguito tramite l’immissione di tali sostanze preoccupanti nella lista SVHC, tra le quali troviamo ad esempio il nitrato di cobalto, solfato di cobalto e carbonato di cobalto. Dal momento in cui una sostanza viene messa sotto la lente d’ingrandimento da parte dell’Agenzia Europea dei prodotti chimici (ECHA), per quanto l’uso ne sia ancora consentito, gli utilizzatori di tale sostanza sono consapevoli della necessità di studiare delle alternative nel caso di un possibile futuro divieto all’utilizzo.
Lo stato di sostanza SVHC quindi si potrebbe definire come un limbo all’interno del quale si trovano alcune sostanze particolarmente preoccupanti per la salute umana o per l’ambiente, in attesa che venga emessa una sentenza che ne decreti il possibile utilizzo o il divieto. Rimane il fatto che si tratta di sostanze identificate come potenzialmente dannose, ed è per questo che si rende necessario un meccanismo di controllo dell’utilizzo di tali sostanze lungo l’intero ciclo di vita, anche nella fase in cui diventano rifiuti. Ed è qui che entra in gioco la banca dati SCIP (“Substances of Concern In articles as such or in complex Products”), ovvero il database contenente le informazioni sulle sostanze preoccupanti negli articoli o in oggetti complessi, istituito per ottemperare alla Direttiva sui Rifiuti (WFD - Waste Framework Directive).
Lo SCIP mira dunque ad approfondire la conoscenza delle sostanze chimiche incluse nella lista SVHC contenute in articoli e prodotti lungo l’intera catena produttiva, fino al momento in cui diventano rifiuti.
Alla luce di questo complesso contesto normativo in continua evoluzione, l’obiettivo del gruppo Technic è quello di agire in maniera proattiva tramite la creazione di una nuova generazione di prodotti in grado di offrire ottime prestazioni, migliorando al tempo stesso la sostenibilità dei processi ed eliminando le problematiche legate alle notifiche SCIP e all’utilizzo di sostanze SVHC, al fine di risparmiare tempo e risorse.
Ad esempio, come accennato i sali di cobalto fanno parte della lista SVHC. Queste sostanze generalmente si possono trovare in post-trattamenti come la passivazione, utilizzata al fine di migliorare le proprietà del deposito ed aumentare la resistenza alla corrosione. Technic Italgalvano fornisce numerose passivazioni senza cobalto, come ad esempio Wonder TR 36, una passivazione blu per zinco acido e alcalino con una buona tolleranza alla contaminazione da ferro. Wonder CF 150 fornisce invece una colorazione iridescente su depositi di zinco alcalino e acido. Nel caso in cui si richieda invece una passivazione con finitura trasparente, Wonder Clear 74 è adatta a lavorazioni di zinco/nichel sia a telaio che rotobarile. Infine, Wonder CFY 1 è una passivazione blu completamente priva sia di cromo esavalente che di cobalto per zinco acido e alcalino, che fornisce eccellente resistenza alla corrosione.
Tornando alla normativa SCIP, alcuni dei suoi principali obiettivi sono:
- Ridurre la generazione di rifiuti contenenti sostanze pericolose, cercando di sostituirle con sostanze meno pericolose
- Incoraggiare la sostituzione di tali sostanze con alternative più sicure
- Incoraggiare la sostituzione di tali sostanze con alternative più sicure
- Monitorare l’uso di sostanze SVHC negli articoli e avviare azioni appropriate anche nello smaltimento degli articoli
Prima di andare più a fondo nell’analisi di questo nuovo Regolamento, risulta utile definire quello che viene identificato come ‘ARTICOLO’:
“Un articolo è un oggetto a cui, durante la produzione, sono dati una forma, una superficie o un disegno particolari che ne determinano la funzione in misura maggiore della sua composizione chimica.”
In particolare parliamo di:
- Forma: si riferisce alla tridimensionalità dell’oggetto, cioè la profondità, la larghezza e l’altezza.
- Superficie: lo strato più esterno dell’oggetto.
- Disegno: la disposizione degli elementi di progetto atta a conseguire nel miglior modo possibile un determinato scopo.
La forma, la superficie o il disegno devono essere più importanti rispetto alla composizione chimica nel determinare la funzione dell’Articolo.
Il termine “funzione” nella definizione di articolo va interpretato nel senso di principio di base che determina l’uso dell’oggetto, non il livello di sofisticatezza tecnica che determina la qualità del risultato.
Un Articolo può essere “semplice” ovvero usato direttamente, oppure montato in un “articolo complesso” costituito da più Articoli. Prendendo come esempio quello di un’automobile, potremmo definire lo pneumatico come un articolo semplice, il sedile come un articolo complesso e l’automobile in tutte le sue parti come un articolo molto complesso.
La Direttiva (UE) 2018/851 prevede che, a partire dal 5 gennaio 2021, tutte le aziende che forniscono articoli contenenti sostanze SVHC in Candidate list in una concentrazione superiore allo 0.1% p/p debbano fornire informazioni su questi articoli all'ECHA. Favorendo l'accesso alle informazioni, il database SCIP intende sostenere decisioni di acquisto consapevoli da parte dei consumatori e attività di recupero.
Come già detto, l'obbligo di presentare una notifica SCIP riguarda tutti gli articoli immessi sul mercato dell'UE contenenti una sostanza estremamente preoccupante presente nell'elenco di sostanze candidate in una concentrazione superiore a 0,1% p/p e si applica a:
- Produttori e assemblatori dell'UE
- Importatori dell'UE
- Distributori dell'UE di articoli e altri attori della catena di approvvigionamento che immettono articoli sul mercato
I dettaglianti e gli altri soggetti della catena di approvvigionamento che forniscono articoli direttamente ed esclusivamente ai consumatori sono esentati dall'obbligo di presentare informazioni alla banca dati SCIP.
I fornitori di articoli devono notificare all'ECHA le seguenti informazioni tecniche:
- L’identificatore unico di Articolo (primary article ID)
- Istruzioni per l’uso sicuro (informazioni tossicologiche ed eco-tossicologiche)
- La SVHC ed il range di concentrazione
- La categoria di materiale di cui è costituito l’Articolo (material category / TARIC CODE)
- La categoria di miscela che contiene la sostanza preoccupante (EuPCS)
Le informazioni trasmesse alla banca dati SCIP saranno accessibili al pubblico e pertanto prontamente disponibili agli operatori dei rifiuti, nell'ottica di colmare le attuali lacune nel flusso delle informazioni. L'ECHA pubblicherà le informazioni ricevute come pervenute sul proprio sito web, tuttavia la qualità dei dati resta di competenza di ciascun soggetto obbligato. Nel contempo, l'ECHA garantirà la protezione delle informazioni commerciali riservate, qualora giustificata.
Il processo di raccolta delle informazioni può essere estremamente complesso, se si tiene conto del fatto che spesso alcuni attori della catena di approvvigionamento utilizzano un Articolo di un fornitore a monte e non hanno il quadro completo della composizione chimica. Inoltre si ritiene doveroso precisare che nella maggior parte dei trattamenti galvanici, le sostanze utilizzate all’interno dei processi non sono le medesime sostanze che si ritrovano sull’articolo finito. Nei processi che prevedono l’utilizzo di sostanze in SVHC, come ad esempio alcuni sali di cobalto, il deposito finale è costituito principalmente da cobalto metallico, il quale non è elencato tra le SVHC. In questo caso dunque il problema potrebbe presentarsi se alcune tracce di sali di cobalto rimanessero sullo strato depositato.
Data la complessità della materia e la consistente mole di lavoro che una notifica al database SCIP richiederebbe, Technic Italgalvano è costantemente impegnata in attività di ricerca e sviluppo, al fine di fornire alternative all’utilizzo di sostanze SVHC, dal momento che l’assenza di tali sostanze nei prodotti utilizzati in galvanica per trattare gli ‘articoli’, escluderebbe la necessità di ulteriori indagini sull’eventuale presenza delle medesime sostanze sul prodotto finito.
Oltre alle soluzioni evidenziate in questo articolo, il gruppo Technic propone anche altre tipologie di passivazioni di vari colori per zinco alcalino, acido e leghe di zinco in una varietà di colori, a seconda del livello di resistenza alla corrosione richiesto. Il nostro team R&D sarà lieto di guidarvi nella selezione o nello sviluppo del post-trattamento più adatto alla vostra specifica applicazione.
Fonti
ECHA – European Chemical Agency (https://echa.europa.eu/authorisation-process)
REACH Helpdesk https://reach.mise.gov.it/
Autore
Tiziano Laficara, Health and Safety Officer di Technic Italgalvano
A proposito di Technic Italgalvano
Technic Italgalvano è un'azienda certificata ISO 9001:2015 con uffici, produzione, magazzino e laboratori situati appena fuori Milano. Technic Italgalvano offre processi galvanici per il settore decorativo, industriale, elettronico, aerospaziale, automobilistico, della moda e dell'arredamento, nonché assistenza e supporto tecnico in Europa, Russia e Medio Oriente.
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